
Il nostro Paese recepisce la direttiva europea riguardante la protezione delle persone che segnalano violazioni di disposizioni normative nazionali o dell’Unione europea, comunemente nota come “normativa whistleblowing”, è stata adottata per promuovere la trasparenza e la lotta alla corruzione all’interno delle organizzazioni sia pubbliche che private. La direttiva è stata introdotta per garantire una protezione adeguata ai segnalatori di illeciti, spesso noti come “whistleblower”, che denunciano violazioni nell’interesse pubblico o nell’integrità dell’amministrazione pubblica o di un’organizzazione privata.
Ecco alcuni punti chiave della normativa whistleblowing:
- Ambito di applicazione: La direttiva si applica a tutte le organizzazioni del settore pubblico e privato che abbiano almeno 50 dipendenti, con alcune eccezioni. Copre una vasta gamma di settori, inclusi finanza, sanità, energia, trasporti, sicurezza alimentare e ambiente.
- Definizione di violazione: La normativa whistleblowing copre una vasta gamma di violazioni, tra cui corruzione, frode, evasione fiscale, danni all’ambiente, violazioni dei diritti umani, violazioni della concorrenza, violazioni di regolamenti finanziari, non conformità con norme di salute e sicurezza sul lavoro, e altre violazioni di leggi e regolamenti.
- Protezione del segnalatore: La direttiva prevede misure di protezione per i segnalatori di illeciti. I segnalatori sono protetti da ritorsioni, licenziamenti ingiustificati, penalizzazioni o discriminazioni sul posto di lavoro. Inoltre, la direttiva richiede che le organizzazioni stabiliscano canali di segnalazione interni o utilizzino canali esterni per consentire ai segnalatori di presentare le loro denunce in modo sicuro e confidenziale.
- Procedura di segnalazione: La direttiva stabilisce che le organizzazioni devono fornire informazioni chiare e accessibili sulle procedure di segnalazione disponibili. I segnalatori devono avere la possibilità di segnalare violazioni sia internamente che a organi di controllo esterni, come autorità di regolamentazione o organizzazioni non governative.
- Riservatezza e protezione dei dati personali: La normativa whistleblowing pone un’enfasi particolare sulla protezione dei dati personali dei segnalatori. Le informazioni fornite dai segnalatori devono essere trattate in modo confidenziale e solo le persone coinvolte direttamente nella gestione delle segnalazioni devono avere accesso alle informazioni personali dei segnalatori.
È importante sottolineare che la direttiva whistleblowing è stata introdotta per garantire la tutela dei segnalatori di illeciti e promuovere una cultura di integrità e responsabilità all’interno delle organizzazioni. La sua attuazione può variare a livello nazionale, poiché gli Stati membri dell’Unione europea hanno il compito di trasporre la direttiva nella loro legislazione nazionale entro una data specifica.
Sanzioni
Il Decreto rafforza significativamente il potere di intervento dell’ANAC (Autorità Nazionale Anticorruzione), ampliando il suo campo di competenza e stabilendo sanzioni amministrative pecuniarie per le violazioni delle disposizioni da parte di tutti i soggetti obbligati dalla nuova normativa. Tali sanzioni devono essere efficaci, proporzionate e dissuasive.
L’ANAC applicherà sanzioni che vanno da € 10.000 a € 50.000 quando accerta che sono state commesse ritorsioni o che la segnalazione è stata ostacolata, violando l’obbligo di riservatezza. Inoltre, se non sono stati istituiti canali di segnalazione adeguati o non sono state adottate procedure conformi alla normativa, l’ANAC può imporre tali sanzioni. Lo stesso vale se non è stata svolta l’attività di verifica e analisi delle segnalazioni ricevute.
Per violazioni relative alla riservatezza dell’identità del segnalante, l’ANAC può infliggere sanzioni da € 500 a € 2.500.
Infine, al fine di garantire una parità incondizionata tra il settore pubblico e il settore privato nel perseguimento degli obiettivi del nuovo quadro normativo, le piccole aziende che adottano i modelli organizzativi previsti dal D.Lgs. 231/01 sono obbligate a prevedere nel loro sistema disciplinare specifiche sanzioni per coloro che vengono identificati come responsabili delle violazioni di cui sopra.
In questo modo, il Decreto mira a garantire l’integrità e la conformità alle norme, promuovendo una maggiore trasparenza e responsabilità nelle organizzazioni sia pubbliche che private.
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